Le Ambassador di TUTTOFOOD ci raccontano da punti di vista diversi il loro personalissimo rapporto con i cibi naturali, bio e salutistici. Segnalandoci le tendenze sui loro mercati.
Cibi naturali, biologici. Cibi salutari. Alimenti che diventano quasi supereroi da fumetto grazie all’etichetta “superfood”. Un mercato che muove miliardi di euro l’anno solo in Italia e che stimola l’innovazione in tutti gli attori della filiera. Ma anche un fenomeno culturale e sociale di ampia portata che si estende in tutto il mondo e che, ormai l’abbiamo capito, non è una moda passeggera ma è destinato a rimanere. TUTTOFOOD ha chiesto di approfondire questo aspetto “di costume” ad alcune delle sue Ambassador internazionali. Ecco che cosa ci hanno detto.
Molly Piccavey, food blogger britannica trapiantata in Spagna, si occupa da tempo del tema dei superfood: “In realtà, quasi qualsiasi cibo può essere un superfood se viene prodotto in maniera sana e corretta”, spiega Molly. “Sono tantissimi gli alimenti ricchi di antiossidanti o altre sostanze salutari: il fatto di preferirne alcuni rispetto ad altri può nascere da evidenze scientifiche, ma spesso anche da mode. Va inoltre considerato che questi picchi di domanda per un determinato prodotto hanno un impatto sull’ambiente: quindi un superfood può essere sano, ma non necessariamente sostenibile. Detto questo, tra i miei favoriti rimangono le bacche di goji, l’avocado e il kale”.
Ancora dalla Spagna un’altra food blogger di punta, Natalia Osorio, si chiede addirittura se si possa davvero parlare di superfood. La sua risposta? Concentrarsi sui grandi classici. “Nella mia dispensa non mancano mai frutta, verdura, cereali, frutta secca e kefir. Tra i miei fondamentali ci sono in particolare i frutti rossi, ricchi di antiossidanti, fibre e antocianine. Tra l’altro, questi frutti non solo resistono bene al congelamento ma, secondo alcuni studi, perdendo acqua addirittura aumentano la concentrazione di principi attivi quando vengono congelati. Un altro ingrediente che consumo con frequenza sono i semi di chia, ottimi da aggiungere anche ai dolci, che sono la mia specialità”.
E parlando di alimenti della tradizione, che sono dei superfood ante litteram, non si può non citare l’olio d’oliva. È di nuovo Molly Piccavey a parlarcene, forte dell’esperienza acquisita in Spagna: “Oggi nel mondo esistono oltre 700 varietà di olive da olio le cui qualità nutrizionali sono migliorate nei secoli, man mano che l’uomo creava nuovi cultivar. Qui in Spagna, solo in Andalusia esistono ben 12 denominazioni d’origine. L’olio d’oliva è da sempre parte integrante della dieta mediterranea e possiede dimostrate proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Alcuni studi lo associano anche a una migliore salute cardiovascolare e addirittura a una minore incidenza della depressione”.
L’esperienza diretta di chi si occupa ogni giorno di cibo sembra quindi suggerire un concetto semplice, ma potente: spesso super food non è che un modo nuovo di chiamare antiche abitudini salutari, spesso da recuperare. Grazie all’innovazione, oggi possiamo farlo in maniera contemporanea tramite prodotti a etichetta corta, naturali e anche biologici e biodinamici.