I dati IRI di marzo confermano le aspettative

Fiera Milano, Rho
08-11.05.2023

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I dati IRI di marzo confermano le aspettative

In tre mesi gli italiani acquistano nella GDO alimenti confezionati per oltre 12 miliardi e mezzo, più di 5 miliardi e 200 milioni solo a marzo, con un balzo di quasi un quinto.

Lockdown e GDO: c’è stato o no l’effetto accaparramento? È vero che nel fare la scorta stiamo privilegiando alcuni prodotti rispetto ad altri? E cosa ci rivelano queste differenze sulle abitudini di consumo degli italiani? Sono solo alcune delle domande a cui ci aiutano a rispondere i dati da gennaio a marzo 2020 elaborati da IRI per TUTTOFOOD.

 

 

Partendo dal primo punto: se di accaparramento probabilmente non si può parlare, non c’è dubbio che gli italiani si siano dati da fare per rifornire frigo e dispense. Nel primo trimestre dell’anno le vendite complessive di alimentari confezionati nella distribuzione organizzata sono aumentate del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2019, sommando 12.511 milioni di euro in valore. E a marzo, inizio del confinamento completo, l’incremento anno su anno addirittura raddoppia: più 18,2% per una spesa pari a 5.240 milioni in un solo mese.

 

 

Crescite a doppia cifra a tutto campo

 

Altro fattore che non si vedeva da tempo: a marzo un’ampia maggioranza di merceologie mostra una crescita a doppia cifra, e pressoché tutte sono in campo positivo. Tra queste spiccano il più 55,2% dei condimenti freschi, con vendite per 54 milioni di euro, il più 44,7% dei precotti, per un valore pari a 24 milioni, e il più 35,7% della pasta, che somma 137 milioni di euro. Ottime anche le performance dei surgelati, che a marzo raggiungono i 297 milioni di euro in valore grazie a un incremento del 34,1%, e degli spalmabili dolci che, crescendo del 31,8%, toccano i 103 milioni. Sembra essere questa la tipologia di comfort food preferita dagli italiani a marzo: i fuori pasto dolci si posizionano in terreno negativo, meno 6,3%, ma mantenendo un elevato valore delle vendite a quota 175 milioni di euro.

 

Nell’arco del trimestre, invece, i fuori pasto dolci rimangono sostanzialmente stabili (meno 0,5% per un valore che rimane sopra la soglia del mezzo miliardo, con 518 milioni di euro). E questo dato, combinato con il più 9,5% degli spalmabili dolci a quota 221 milioni, sembra suggerire che gli italiani a marzo siano stati più interessati ad allietare le giornate in casa con cibi ricreazionali piuttosto che preoccuparsi della bilancia per la vita sedentaria forzata.

 

 

Tutti chef… ma con l’aiuto

 

Sempre guardando ai primi tre mesi dell’anno, sono ben otto le merceologie che mantengono la crescita a doppia cifra. In testa, a posizioni invertite, troviamo anche in questo caso i precotti (più 21,8% a 62 milioni di euro) e i condimenti freschi (più 19,8% a 109 milioni di euro). Se è vero che durante il lockdown gli italiani hanno riscoperto il piacere di cimentarsi con i fornelli, a quanto pare molti hanno preferito farlo con l’“aiuto” delle loro marche preferite. A completare il podio ancora la pasta che, con un incremento del 15,9%, vende in valore per 307 milioni di euro.

 

In chiusura, da notare il rimbalzo del biologico a marzo: mentre nel trimestre sale del 9,2% con vendite pari a 457 milioni di euro, in un solo mese totalizza 191 milioni grazie a un incremento a doppia cifra del 16,7%. Nel beverage, infine, con febbraio come ultimo mese disponibile, le vendite di bevande alcoliche, analcoliche, birra e vino nel Canale Grossisti Bevande (Integrati e Consorzi) crescono del 3,5% a 436 milioni di euro, da inizio anno, e del 4,2% a 217 milioni nel mese.