Entro 5 anni il valore del mercato mondiale raggiungerà i 620 miliardi di dollari. Riflettori puntati sugli emergenti, mentre i mercati avanzati consolidano il boom degli anni scorsi.
L’Organic Food non finisce di sorprendere. Come illustra una ricerca dell’analista internazionale Facts & Factors, nei prossimi anni il mercato mondiale di cibi e bevande bio assisterà a una crescita esponenziale: il valore pre-pandemia di circa 220 miliardi di dollari è destinato a quasi triplicarsi in cinque anni, raggiungendo i 620 miliardi nel 2026 grazie a un tasso di crescita composto pari al 16% l’anno. Saranno soprattutto i mercati emergenti a trainare questo boom: in quelli più maturi, la vera esplosione si è avuta negli anni scorsi. In Italia, ad esempio, secondo dati Nomisma il mercato bio è cresciuto del 142% tra il 2010 e il 2020, raggiungendo un valore di 4.358 milioni di euro.
E cosa richiede oggi il consumatore italiano in fatto di biologico? Ecco come risponde Rodolfo Foglietti, CEO di Piubio, catena specializzata radicata nel territorio romano. “Durante i lockdown lo scontrino medio è rimasto più o meno uguale, mentre sono calate le presenze: chi ha capacità di spesa continua ad acquistare nei negozi specializzati, mentre chi ha perso reddito nell’emergenza si orienta su scelte più di prezzo. Come merceologie sono cresciute soprattutto farine, uova e carne e nel pane si passa dal fresco al confezionato, ma di alta qualità. In crescita anche i surgelati, nei quali stanno sbarcando i nomi noti. Bene il vino, in particolare vini senza solfiti o vitigni particolari. In generale i clienti sono ancora più attenti alla tracciabilità e l’origine delle materie prime”.
Un fenomeno ormai mondiale
Ancora più marcato è l’incremento dell’export, che sempre secondo Nomisma è stato pari al 149% nel periodo 2010-20 raggiungendo i 2.619 milioni di euro. La crescita prossima ventura del bio guarda all’estero, dunque. Soprattutto alle aree emergenti come l’Asia, ma anche il Sudamerica dato che, come accennato, nei mercati maturi siamo ora in fase di consolidamento.
“Hong Kong è un mercato molto particolare e qui l’attenzione ai cibi salutistici e naturali era già molto alta prima della pandemia”, spiega Diana Velasquez, buyer dell’insegna City Super. “Quello che stiamo notando ora è che questa attenzione si sta ampliando anche ad altre categorie merceologiche, come il fresco, ma anche i piatti pronti, la cui richiesta è cresciuta molto durante i lockdown. Per questo puntiamo ad incrementare i volumi di vendite di prodotti naturali e bio aggiungendo nuove referenze in queste categorie merceologiche”.
Come si coniuga questo con un’altra tendenza emersa nell’anno del Covid e, in particolare nei mesi di lockdown, cioè la crescita dei cibi ricreazionali? “Anche nel settore Sweets sta crescendo molto l’attenzione verso prodotti più salutistici e con caratteristiche funzionali, ad esempio prodotti senza zucchero o a basso contenuto di zuccheri”, aggiunge Riccardo Bonuccelli, importatore di Zona Sul, Brasile. “Nel segmento del cioccolato, ad esempio, questo si traduce in cioccolati con percentuali più elevate di cioccolato che, essendo anche più amari, attraggono target più attenti anche alle tendenze in fatto di gusto”.
Dai dolci al vino, dai surgelati ai piatti pronti, il bio è un mercato sempre più diversificato e internazionalizzato. L’appuntamento per scoprire le opportunità di business offerte da tutte le sue sfumature è TUTTOFOOD 2021, in contemporanea con HostMilano a fieramilano dal 22 al 26 ottobre prossimi, dove il mondo bio sarà protagonista dell’area TUTTOHEALTH.