La nuova frontiera dell’agrifood europeo è a oriente

Fiera Milano, Rho
08-11.05.2023

News

La nuova frontiera dell’agrifood europeo è a oriente

Tra Paesi protagonisti dell’ultimo ampliamento dell’Unione e prossimi candidati, l’Est si conferma un mercato di grande interesse per il settore Food & Beverage italiano ed europeo.

L’Europa guarda sempre più ad Est. Se gli ampliamenti degli anni duemila hanno già spostato verso oriente il baricentro dell’Unione, oggi è la volta dei Paesi candidati, mentre alcuni dei nuovi membri stanno rapidamente raggiungendo standard paragonabili a quelli dei loro partner occidentali. È il caso della Slovenia: un Paese piccolo (conta poco più di 2 milioni di abitanti) ma con un’economia molto vivace. Basti pensare che il PIL pro capite supera i 28 mila dollari l’anno (stime 2021 dell’FMI), non lontano dai 30 mila della Spagna, Paese membro dell’UE da molti più anni. L’interscambio con i vicini italiani sfiora gli 8,5 miliardi di euro l’anno (dati del Ministero degli Esteri), facendo del nostro Paese il secondo partner dopo la Germania. L’Italia esporta cibi e bevande per 238 milioni di euro e ne importa per 176 milioni.

 

A TUTTOFOOD 2021 il Paese sarà presente con una collettiva promossa da SPIRIT Slovenia, l’agenzia pubblica che promuove l’imprenditorialità, l’internazionalizzazione, gli investimenti esteri e la tecnologia.

 

Tra gli altri Stati membri orientali che si distinguono per il percorso di crescita si segnala la Repubblica Ceca. L’interscambio con l’Italia è pari a circa 13 miliardi di euro, in sostanziale pareggio. Le bevande si segnalano tra i settori in maggiore crescita, circa l’8% l’anno pre-Covid, e valgono oltre 500 milioni di euro. Il Food si concentra sui prodotti ad alto valore aggiunto. È il caso per esempio di Semix Pluso, azienda di semilavorati per il mondo bakery. “Puntiamo su prodotti innovativi come free-from, bio e ad etichetta corta”, commenta Matěj Král. “Oltre ai premiscelati, produciamo ad esempio anche snack e cereali per colazione salutistici. Non è stato facile continuare a fare innovazione nell’ultimo anno e mezzo, ma noi continuiamo a supportare i nostri clienti e non vediamo l’ora di tornare a partecipare in presenza a manifestazioni come TUTTOFOOD”.

 

 

 

Bio protagonista anche delle collettive

 

Tra i candidati all’adesione, invece, uno dei più probabili in tempi brevi è la Serbia, che ha firmato un accordo di libero scambio con l’UE già nel 2008. Oggi l’Unione rappresenta da sola oltre il 64% dell’interscambio commerciale serbo, che nel 2019 ha totalizzato più di 46 miliardi di euro. Con l’Italia il valore è stato di circa 3 miliardi nel 2020: le esportazioni F&B verso il Paese balcanico sono pari a circa 86 milioni e l’import a poco più di 35.

 

“La Vojvodina è una regione a nord della Serbia, nota per essere particolarmente ‘green’. Ad esempio, abbiamo il più basso tasso di utilizzo di fertilizzanti in Europa”, spiega Olivera Kovačević, Head of Promotion Department, Vojvodina Development Agency. “A TUTTOFOOD 2021 saremo presenti con sei produttori di alimenti biologici e naturali particolarmente rappresentative del settore e ci aspettiamo di dare al nostro stand l’opportunità di far assaggiare i prodotti del nostro territorio a buyer non solo italiani, ma anche dal resto d’Europa e da tutto il mondo”.

 

Mercati con un forte potenziale di crescita che richiedono un approccio a 360 gradi all’internazionalizzazione, come quello che può offrire TUTTOFOOD 2021, la manifestazione agrifood internazionale di riferimento in Italia, a fieramilano dal 22 al 26 ottobre prossimi